Ha preso il via l’11 giugno, con un meeting a Berlino l’avvio del progetto MIMAS (Procedures allowing medical-implant manufacturers to demonstrate compliance with MRI safety regulations) che avrà durata triennale. Per il Rizzoli era presente Fabio Baruffaldi del Laboratorio di Tecnologia Medica, responsabile del progetto per l’Istituto.
Tutelare l’incolumità dei numerosi pazienti portatori di impianti, testando e certificando la compatibilità delle protesi con l’esposizione ai campi magnetici (Risonanze Magnetiche anche di ultima generazione), è l’obiettivo del progetto di ricerca, finanziato da EURAMET, l’associazione che riunisce e coordina gli istituti metrologici europei.
“Con MIMAS noi puntiamo allo sviluppo e all'utilizzo su vasta scala di strumenti per la predizione dei possibili incrementi di temperatura nei sistemi protesici passivi, come le protesi d'anca e di ginocchio impiantati su pazienti sottoposti ad MRI”, spiega Fabio Baruffaldi.
Per l’Italia partecipano l'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM) e l’Istituto Ortopedico Rizzoli. Completano il consorzio gli istituti metrologici di Germania (PTB, capofila) e Regno Unito (NPL) e l’azienda svizzera Zurich MedTech AG, esperta nelle simulazioni numeriche dei campi elettromagnetici. Alcune aziende operanti nel settore ortopedico, fra le quali ADLER Ortho (protesi ortopediche, Italia) ed ESAOTE (sistemi MRI, Italia), hanno dichiarato il loro interesse e collaboreranno in varie forme a MIMAS.
Le scansioni MRI (risonanza magnetica) su pazienti con impianto ortopedico possono essere eseguite senza rischi, applicando le opportune procedure di preparazione e di scansione che garantiscono la sicurezza del paziente e il miglior risultato diagnostico. Inoltre, poiché l'impiego della risonanza magnetica è sempre più diffuso, da alcuni anni a questa parte i sistemi protesici impiantabili di ogni tipo sono costruiti con materiali compatibili con la MRI, cioè non ferromagnetici, e comunque non alterabili nel loro funzionamento dagli intensi campi elettromagnetici presenti in questa diagnostica.
L'utilizzo di macchine MRI di ultima generazione basate su campi elettromagnetici a intensità crescente (campo magnetico di 3 tesla e superiore), oltre a offrire migliori prestazioni diagnostiche, pone tuttavia nuove problematiche in merito alle condizioni di sicurezza. Il possibile incremento di temperatura che si può generare in particolari condizioni nei materiali protesici metallici, anche se non ferromagnetici, sottoposti a intensi campi elettromagnetici variabili, deve essere valutato. Gli strumenti per questo tipo di valutazione sono fino a questo momento molto complessi, e non sono normalmente a disposizione delle radiologie e dei costruttori di sistemi protesici.