Il testamento olografo di Francesco Rizzoli esposto nella Biblioteca scientifica dell’Istituto grazie al prestito dell’Archivio di Stato, i luoghi simbolo della sede storica dell’ospedale allestiti con focus tematici sulla storia del Rizzoli e della medicina, un appuntamento con i ricercatori dedicato ai progetti all’avanguardia e un concerto nella straordinaria cornice del Complesso di San Michele in Bosco: il Rizzoli celebra con Bologna il doppio anniversario dei 125 anni dalla nascita dell’Istituto Ortopedico e i 40 anni di riconoscimento di IRCCS, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico.
Sono intervenuti oggi alla presentazione delle celebrazioni il presidente della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria di Bologna Giuliano Barigazzi, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il direttore Generale dell’Istituto Ortopedico Rizzoli Anselmo Campagna, l’assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna Raffaele Donini, la direttrice Scientifica dell’Istituto Ortopedico Rizzoli Maria Paola Landini e il rettore dell'Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna Francesco Ubertini.
Quando Francesco Rizzoli, celebre chirurgo ottocentesco, inizia a pensare all’idea di donare il suo patrimonio per fondare un istituto ortopedico, non ha in mente il semplice ricovero. All’epoca già questo sarebbe stato un risultato: le condizioni sanitarie del popolo italiano sono desolanti, il rachitismo è diffusissimo, non si possono contrastare le infezioni acute. Rizzoli scrive di “un’umanità sofferente”.
Ma lui vede oltre il semplice ricovero. Vuole che nell’istituto si possa praticare la chirurgia delle deformità rachitiche e di quelle congenite, vuole che si possano sperimentare metodiche e ideare strumenti. Ha in mente il modello di integrazione tra ricerca e assistenza che ancora oggi caratterizza il Rizzoli, e che ne ha fatto, come auspicava il suo fondatore, “un istituto rivoluzionario, che facesse onore alla nazione.”
L’Istituto Ortopedico Rizzoli nasce il 28 giugno 1896, con l’inaugurazione del Complesso di San Michele in Bosco trasformato in ospedale per volontà di Francesco Rizzoli e grazie al suo lascito testamentario.
Il Rizzoli, grazie all’alto livello dell’attività di ricerca che vi viene svolta per la prevenzione, la diagnosi e la terapia delle patologie muscolo-scheletriche, il 24 giugno 1981 riceve il riconoscimento di IRCCS-Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico dal Ministero della Salute. Entra quindi a far parte di un nucleo, ancora molto ristretto, di strutture sanitarie distinte dagli altri ospedali perché, insieme a prestazioni di ricovero e cura, svolgono anche ricerca con lo scopo di migliorare l’assistenza clinica attraverso l’applicazione al letto del malato delle scoperte della ricerca sperimentale.
Nel 2021 ricorrono questi due anniversari, che rappresentano il Rizzoli nella maniera più completa e significativa: la particolarissima storia dell’origine dell’Istituto, il ruolo nel corso dei suoi 125 anni, la vocazione profonda alla ricerca e all’innovazione nonché la dimensione internazionale delle attività che vi vengono svolte.
Il 2021 è drammaticamente segnato dalla lotta contro il Covid19, e il Rizzoli come parte del Sistema Sanitario Nazionale vive in prima linea l’emergenza.
In considerazione di questo scenario, l’Istituto celebra le ricorrenze attraverso alcune iniziative realizzate nel completo rispetto delle regole di sicurezza, e con la sobrietà che l’attuale momento richiede, ma al contempo garantendo il doveroso tributo di memoria, attenzione e pensiero.
Gli eventi: giovedì 24 e lunedì 28 giugno
Una passeggiata nella Ricerca del Rizzoli. Giovedì 24 giugno, dalle 10 alle 19
Il magnifico parco alberato ottocentesco che fa da cornice al busto bronzeo di Francesco Rizzoli accoglierà un’esposizione delle principali attività scientifiche condotte dai ricercatori in collaborazione coi clinici.
I pannelli espositivi verranno collocati lungo il sentiero di ciottoli che costeggia il parco, immersi nel verde e all’ombra dei grandi alberi tra cui un cedro del Libano di storica memoria.
In questa cornice insolita, i ricercatori illustreranno i risultati raggiunti in ambito biologico e tecnologico e le prospettive dei progetti in corso nel contesto degli scenari futuri della ricerca internazionale.
È prevista la presenza di tutti i ricercatori e della direttrice scientifica professoressa Maria Paola Landini dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.
Visite guidate per piccoli gruppi sono organizzate ogni mezz’ora dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.
Ingresso libero negli altri orari nel rispetto delle misure di sicurezza.
Concerto Musica con Vista. Lunedì 28 giugno alle 20.45
È in programma il Concerto Rizzoli125-40Irccs, patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna, nell’ambito della rassegna Musica con Vista promossa dalla Fondazione Musica Insieme.
Nella preziosa cornice del Chiostro Ottagonale dei Carracci fino a esaurimento posti e in diretta sul Piazzale di San Michele in Bosco, dal cui Belvedere si ammira una delle migliori viste di Bologna: musica del Quartetto Italiano di Sax, fondato e diretto da Daniele Faziani, in un programma di grande suggestione che attraversa i secoli, da Mozart a Piazzolla, e comprende una suite dal celebre musical di Leonard Bernstein, West Side Story, e un’antologia delle più amate colonne sonore di Ennio Morricone.
Prenotazione obbligatoria entro il 25 giugno a info@musicainsiemebologna.it tel 051271932
Francesco Rizzoli e i suoi lasciti: il testamento e gli allestimenti
Dal 22 giugno al 15 dicembre la sede storica dell’Istituto, il Complesso monumentale di San Michele in Bosco, ospita un allestimento diffuso tra luoghi simbolo dell’antico ospedale.
Nella Biblioteca scientifica al primo piano dell’ala monumentale, dove sono conservate le collezioni dell’Istituto, sarà esposto il testamento olografo di Francesco Rizzoli.
È il documento in cui viene disposto il lascito dell’ex-convento di San Michele in Bosco, acquistato da Rizzoli per 55.000 lire, e di 1.754.894 lire per la realizzazione di “un esemplare istituto ortopedico”, progetto affidato alla Provincia di Bologna: un ospedale pubblico per “il progresso della scienza, il bene dell'umanità e il patrio decoro”.
Il testamento è arrivato fino ai nostri giorni grazie alla conservazione prima dell’Archivio notarile e poi dell’Archivio di Stato, che ha acconsentito al prestito e all’esposizione in occasione delle celebrazioni. Un chiaro esempio di come creazione e conservazione dei documenti affidati ai notai e agli archivi sono funzioni pubbliche di grande rilevanza per la ricostruzione storica e l’identità di una comunità.
Dall’Archivio storico del Rizzoli è tratta la mostra fotografica nella sala Viseur, così chiamata perché adibita all’analisi delle lastre prima dell’avvento dell’informatica. Il Rizzoli fu dotato fin dall’inaugurazione, per la precisa volontà progettuale di imporsi come ospedale all’avanguardia per tecnologia e servizi, di un laboratorio fotografico, che documentava accuratamente l’attività dell’Istituto: immagini in prevalenza di pazienti, fotografati nelle diverse fasi di cura per fissare i risultati dei trattamenti, ma anche spaccati di vita dell’ospedale, come la sagrestia di San Michele in Bosco adibita a scuola per infermieri durante la prima guerra mondiale e la consegna dei regali di Natale ai bambini ricoverati nel 1926. È un patrimonio culturale di documentazione scientifica e storica particolarmente prezioso ed estremamente raro, che in Italia non ha eguali in altri ospedali.
Nella sala Vasari, l’antico refettorio dei monaci, sono esposti i materiali che testimoniano il ruolo del Rizzoli nella cura dei feriti durante e dopo la Grande Guerra, ruolo che determina lo sviluppo della protesica. Cartelle cliniche dell’epoca, appunti medici, fotografie e le protesi originali progettate da Vittorio Putti, direttore dell’Istituto fino al 1940, per ridare autonomia ai mutilati di guerra. L’intervento del Rizzoli sui mutilati fu infatti medico-assistenziale, con gli studi di Putti sull’”amputazione cinematica” che aprono la strada all’applicazione delle protesi funzionali, ma ebbe anche un’impronta sociale volta alla rieducazione professionale: Putti capì che era fondamentale ridare all’invalido di guerra anche l’autonomia e l’abilità lavorativa. In questo giocò un ruolo essenziale la capacità di innovazione tecnologica che già allora era caratteristica saliente del Rizzoli, in nuce lo spirito e la vocazione dell’IRCCS.
Il Rizzoli ebbe, ancora su iniziativa di Vittorio Putti, un laboratorio di illustrazione e grafica medica fin dal 1924, di cui direttore artistico fu Remo Scoto, scelto perché in grado di “interpretare in maniera corretta ed efficace le diverse fasi di un intervento chirurgico, coglierne velocemente gli elementi percettivi pertinenti il quadro patologico e visualizzarli con una tecnica pittorica sicura e vivace che non lasciava adito ad ambiguità”. Nel 1955 viene poi istituita al Rizzoli la Scuola Superiore di Disegno Anatomico e Chirurgico, unica in Italia e prima in Europa.
Una selezione di tavole originali è esposta in Biblioteca.
Nel percorso ci si imbatte in sezioni fotografiche dedicate alla ricerca, nel Chiostro Ottagonale dei Carracci e nella Manica Lunga, il corridoio monumentale al primo piano noto per l’effetto ottico del cannocchiale sulla Torre Asinelli, dove ritratti di pazienti del primo Novecento fronteggiano immagini contemporanee elaborate con strumenti tecnologici di ultima generazione nei processi di studio microcellulare nell’ambito delle attività di ricerca del Rizzoli.
Articolato tra focus tematici che hanno segnato la storia dell’Istituto, della medicina a livello internazionale e della città di Bologna, l’allestimento “Francesco Rizzoli e i suoi lasciti” è aperto al pubblico dal 22 giugno al 15 dicembre, con prenotazione all’indirizzo rizzoli125@ior.it