È stato pubblicato sul numero di luglio di Nature Reviews Microbiology, prestigiosa rivista scientifica, un articolo sulle infezioni da impianto frutto del lavoro di ricerca del Laboratorio di Patologia delle infezioni associate all’impianto del Rizzoli. Autori sono Carla Renata Arciola, direttore del laboratorio, assieme a Davide Campoccia e Lucio Montanaro. L’articolo - Implant infections: adhesion, biofilm formation and immune evasion - è stato scritto su invito dell’editor-in-chief della rivista Ursula Hofer in conseguenza dell’alto numero di citazioni ottenute dalle pubblicazioni del laboratorio. Esso è anche testimonianza della qualità degli studi e dell’attività scientifica del Rizzoli. Per questo, negli acknowledgment dell’articolo, gli autori ringraziano la Direttrice Scientifica del Rizzoli, Maria Paola Landini.
Lo studio esamina i meccanismi patogenetici fondamentali implicati nelle infezioni associate all’impianto, con particolare focus sulle infezioni stafilococciche degli impianti ortopedici. Numerosi patogeni opportunisti, principalmente batteri, possono causare infezioni associate all’impianto di dispositivi medici (protesi e altri). Le specie batteriche coinvolte variano in base alla tipologia dell’impianto e al sito anatomico in cui l’impianto è inserito.
I microrganismi del genere Staphylococcus sono da considerarsi i principali attori della scena. Il successo di questi patogeni dipende in gran parte dalle loro proprietà adesive, che li rendono in grado di aderire ad ogni tipo superficie, e dalla loro capacità di sopravvivere nel corpo umano una volta che si sono insediati sulla superficie del biomateriale. All’iniziale adesione sulla superficie dell’impianto segue la formazione del biofilm: i batteri ancorati sulla superficie si aggregano tra loro formando microcolonie e producendo una sorta di scudo protettivo che favorisce la persistenza dell’infezione. Grazie al biofilm e ad altri meccanismi di virulenza analizzati nell’articolo, i batteri che colonizzano il materiale possono eludere l’immunità innata e adattativa dell’ospite umano e resistere alle terapie antibiotiche. L’articolo, infine, presenta alcune possibili linee di prevenzione delle infezioni associate all’impianto basate sull’impiego di materiali con proprietà antibatteriche e anti-biofilm.
La pubblicazione è disponibile online sul sito web della rivista.