Che cos’è l’osteoporosi?
L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro che comporta una riduzione progressiva della massa e un’alterazione della microarchitettura ossea, rendendo il tessuto osseo fragile e maggiormente a rischio di fattura.
Si stima che in Italia siano affetti da tale condizione il 23% delle donne e il 7% degli uomini oltre i 60 anni, per un totale di oltre 5 milioni di persone. In Italia, soltanto nel 2017, l’osteoporosi ha causato oltre 560 mila fratture.
Quali sono le cause dell’osteoporosi?
In tutte le fasi della vita l’osso va incontro ad un processo fisiologico di rimodellamento in cui il tessuto scheletrico vecchio e danneggiato viene rimosso ad opera di cellule definite osteoclasti; contemporaneamente osso nuovo viene formato grazie all’azione di altre cellule specializzate (osteoblasti). L’osteoporosi si sviluppa quando la perdita di massa ossea diventa eccessiva a causa una prevalente attività di riassorbimento rispetto a quella di neoformazione.
Vi sono due forme di osteoporosi: una primitiva che colpisce le donne in post-menopausa o gli anziani, e una secondaria associata a patologie di altra natura (endocrine, reumatiche, metaboliche e genetiche), a farmaci che influenzano negativamente la salute scheletrica (corticosteroidi, terapie ormonali di deprivazione estrogenica/androgenica) e al trapianto.
Quali sono i sintomi dell’osteoporosi?
L’osteoporosi è una malattia cronica silente poiché la sua manifestazione clinica è la frattura da fragilità, in genere improvvisa ed inaspettata, che solitamente si verifica nelle fasi avanzate della vita, sebbene la malattia interessi tutte le fasce di età. Le più comuni fratture da fragilità interessano il femore, l’omero, le vertebre e il polso. Le fratture di femore, in particolare, determinano gravi conseguenze socio-sanitarie: la mortalità entro un anno dalla frattura è del 20%, mentre nel 30% dei pazienti residua un’invalidità permanente (ad esempio la perdita della capacità di camminare autonomamente).
Come viene diagnosticata l’osteoporosi?
La diagnosi di osteoporosi è possibile in presenza di una frattura da fragilità di vertebra o di femore prossimale; in assenza di fratture si basa principalmente sulla densitometria ossea (DEXA), un esame non invasivo che consente di misurare la densità minerale ossea.
E’ importante che la diagnosi di osteoporosi venga formulata dallo specialista che, sulla base dell’anamnesi, del quadro clinico e di alcuni esami di laboratorio individuerà il tipo di osteoporosi (primaria o secondaria).
Quali sono le terapie disponibili per l’osteoporosi?
L’obiettivo della terapia farmacologica è quello di ridurre il rischio di frattura. I farmaci utilizzati nel trattamento dell’osteoporosi agiscono sul rimodellamento osseo con l’obiettivo di migliorare il bilancio tra riassorbimento e neoformazione ossea. La maggior parte dei farmaci a disposizione (bisfofonati, denosumab, modulatori selettivi del recettore degli estrogeni) agiscono inibendo il riassorbimento osseo. Altri farmaci sono invece in grado di stimolare la neoformazione ossea (teriparatide, romosozumab). La scelta del farmaco viene operata nel singolo paziente sulla base dei numerosi fattori che concorrono al profilo di rischio fratturativo.
Inoltre, un adeguato introito di alimenti ad alto contenuto di calcio (latte e derivati, noci, nocciole, acque minerali con contenuto calcico superiore ai 100 mg/litro) è importante per favorire il corretto rimodellamento osseo e l’acquisizione e il mantenimento della massa ossea.
Per garantire che il calcio introdotto con gli alimenti venga assorbito è necessario possedere normali livelli circolanti di vitamina D. La maggior parte del nostro fabbisogno di vitamina D deriva dalla sintesi cutanea di colecalciferolo da parte di un sistema enzimatico attivato dai raggi ultravioletti. È importante ricordare che con l’invecchiamento tale sistema enzimatico è meno funzionante e pertanto si rende spesso necessario il ricorso all’integrazione. Infine, l’esercizio fisico è fondamentale poiché favorisce la neoformazione ossea, così come l’eliminazione di alcuni fattori di rischio (fumo di sigaretta e consumo di alcolici) associati a progressiva perdita di massa ossea.
Autori: staff della Struttura Semplice Dipartimentale di Medicina e Reumatologia, Istituto Ortopedico Rizzoli.
Scheda informativa revisionata il: 21 giugno 2023.