L’articolazione della caviglia
La caviglia è un’articolazione complessa, fondamentale per la deambulazione e il mantenimento della postura. Nonostante le sue dimensioni contenute, essa sopporta carichi che possono arrivare fino a cinque volte il peso corporeo. La sua struttura è altamente congruente, ovvero le superfici ossee (tibia, perone distale e astragalo) si incastrano in modo preciso, conferendole grande stabilità. A ciò si aggiungono robuste strutture legamentose, sia laterali che mediali, e una capsula articolare ben sviluppata.
Cos'è l’artrosi di caviglia
L’artrosi della caviglia è una patologia degenerativa dolorosa e invalidante, che interessa circa il 2% della popolazione mondiale. Può insorgere spontaneamente con l’invecchiamento (artrosi primaria) o essere conseguenza di traumi o patologie pregresse (artrosi secondaria), molto più frequente. Il trattamento dipende dalla gravità del quadro clinico e inizia, ove possibile, con terapie conservative. Qualora queste risultino inefficaci, si ricorre a soluzioni chirurgiche.
L’impianto protesico
Le protesi di caviglia sono state introdotte negli anni ’70 come alternativa all’artrodesi (fusione articolare), per i pazienti con artrosi avanzata. Negli ultimi decenni, i progressi nella progettazione e nei materiali hanno portato allo sviluppo di protesi sempre più efficaci. Tuttavia, si tratta di un intervento tecnicamente complesso, per cui l’indicazione e l’esecuzione devono essere affidate a chirurghi esperti.
L’obiettivo della protesi è quello di ridurre il dolore, migliorare la mobilità e raggiungere una buona stabilità articolare.
Risultati e benefici
Secondo la letteratura scientifica più recente, le protesi di caviglia rappresentano una valida alternativa all’artrodesi. I benefici includono:
- significativa riduzione del dolore,
- miglioramento della funzionalità articolare,
- maggiore qualità di vita.
Chi può sottoporsi all’intervento
L’idoneità all’intervento viene valutata caso per caso, sulla base dell’esperienza del chirurgo e delle esigenze funzionali del paziente. Non esistono criteri rigidi, ma è fondamentale una valutazione personalizzata.
Complicanze possibili
Le complicanze principali includono:
- mobilizzazione delle componenti protesiche;
- infezioni peri-protesiche;
- fratture peri-protesiche.
La nostra esperienza clinica e scientifica
Grazie a un’esperienza pluridecennale e all’adozione di tecniche chirurgiche avanzate, abbiamo potuto testare diversi modelli protesici. Attualmente utilizziamo esclusivamente le protesi più evolute e di ultima generazione. Queste protesi sono progettate per adattarsi alle deformità tipiche dell’artrosi avanzata. La componente tibiale è studiata per garantire stabilità e favorire l’integrazione con l’osso, mentre la componente astragalica consente un “resurfacing” della superficie articolare.
Le protesi di nuova generazione prevedono due o tre componenti, in quest’ultimo caso con una parte mobile centrale detta “menisco” che consente un’ottimale distribuzione dei carichi e una biomeccanica più naturale, rendendo possibile anche l’attività sportiva moderata.
Correzioni accessorie
In presenza di alcune deformità ossee o squilibri biomeccanici, può essere necessario eseguire interventi chirurgici accessori nella stessa seduta. Questi interventi migliorano il funzionamento della protesi e ne prolungano la durata.
Interventi accessori più frequenti:
- allungamento del tendine d’Achille;
- ricostruzione dei legamenti laterali e mediali;
- artrodesi sotto-astragalica;
- osteotomie o artrodesi per la correzione di malallineamenti.
Il decorso post-operatorio
In assenza di interventi accessori (previa valutazione di ogni singolo caso):
- si inizia precocemente con carico parziale utilizzando due stampelle;
- viene applicato un tutore rigido (tipo walker) per 4 settimane, rimovibile per la riabilitazione;
- il carico completo si raggiunge intorno alla sesta settimana, se la ferita è ben guarita.
In caso di interventi accessori, i tempi di recupero possono variare. Fin dai primi giorni viene avvia-to un programma riabilitativo personalizzato, volto a favorire un recupero rapido e funzionale.
Attività fisica dopo l’intervento
In seguito a un intervento ben riuscito e a una riabilitazione completa, è possibile riprendere molte attività, come:
- escursionismo,
- ciclismo,
- nuoto,
- sci e golf.
Sono invece meno raccomandati sport ad alto impatto o contatto (calcio, ginnastica artistica, equitazione), per evitare un’eventuale usura precoce delle componenti protesiche.
Protesi personalizzate in 3D
Nei casi più complessi, presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli è possibile realizzare protesi “custom made” tramite stampa 3D. Questa tecnologia consente di trattare pazienti con gravi difetti ossei, necrosi avascolari o altre condizioni che, in passato, rappresentavano controindicazioni assolute.
Le protesi personalizzate vengono progettate sulla base della specifica anatomia del paziente, permettendo il ripristino della funzionalità e della struttura dell’articolazione.
Autori: Dr. Massimiliano Mosca e Dr. Silvio Caravelli, Ortopedia Bentivoglio, Istituto Ortopedico Rizzoli
Scheda revisionata il: 28 maggio 2025.